Noa

Orchestra della Magna Grecia Taranto

NOA

In Israele conosce il medico pediatra Asher Barak, da lei soprannominato “angelo dallo stetoscopio rosa”, che in seguito sposerà. Dal matrimonio nascono tre figli: Ayehli, Enea e Yum.
Gli anni ’90
Al 1991 risale il suo debutto come cantante: Noa diviene celebre anche all’estero per i concerti dal vivo e tournée, in coppia col chitarrista Gil Dor: Achinoam Nini and Gil Dor Live è il titolo del suo primo album. Nel 1994 esce il suo primo lavoro inciso in studio e intitolato semplicemente Noa, da cui è tratto uno dei suoi brani più noti: I Don’t Know.
Del 1996 è il secondo album in studio, Calling, mentre il 5 luglio dello stesso anno partecipa al concerto di Antonello Venditti a Napoli in Piazza del Plebiscito.

Nel 1997 viene scelta da Roberto Benigni per interpretare Beautiful That Way, tema principale della colonna sonora del suo film La vita è bella, scritto da Nicola Piovani. Il brano verrà poi inserito nel fortunato album Blue Touches Blue (2000).stesso in questo anno collabora con uno dei più grandi artisti della musica blues italiana e non solo il napoletano Pino Daniele nell album adesso dimmi cosa succede sulla terra con la canzone the desert in my head.

Gli anni 2000
Nel 2001, a settembre, nell’ambito dell’Annuale meeting “United Artists for Peace” promosso dai Frati Francescani di Assisi, viene insignita del premio “Artista per la Pace”.
Nel 2002 esce l’album Now, in cui la cantante include anche una raffinata e personale reinterpretazione della hit Eye in the Sky, lanciata venti anni prima dagli Alan Parsons Project.
Il 16 ottobre 2003 Noa riceve la nomina di Ambasciatrice di buona volontà dalla Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO).
Il 2 luglio 2005 partecipa, insieme ad alcuni tra i più popolari artisti italiani, al concerto romano del Live 8 al Circo Massimo.
Nel 2006 è in gara al Festival di Sanremo col brano Un discorso in generale, insieme a Carlo Fava e Solis String Quartet: pur non riuscendo ad accedere alla serata finale, il brano ottiene il Premio della critica Mia Martini.
Il 1º giugno dello stesso anno, viene insignita al Quirinale dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, che ne attesta la particolare benemerenza nella promozione del prestigio nazionale all’estero.
Sempre nel 2006 riceve il prestigioso Premio Tenco, nell’ambito della Rassegna della canzone d’autore di Sanremo, come miglior operatore culturale. In dicembre riceve dal Comune di Crotone anche il “Premio Pace e Libertà”.
Il 29 settembre 2007 Noa ottiene un nuovo, prezioso riconoscimento in Sardegna grazie alla Fondazione Maria Carta, che la premia non solo come grande interprete della tradizione israeliana, nonché «voce del Mediterraneo», ma anche per la sua attenzione verso i temi della cultura e della musica sarda, come dimostrano le diverse esibizioni al fianco di Andrea Parodi e di Elena Ledda.
Nel 2008, mentre Noa è in attesa del suo terzo figlio, esce l’album Genes & Jeans, titolo tratto dall’omonimo brano dedicato alla madre.
Nel maggio 2009 Noa rappresenta Israele, in coppia con la connazionale Mira Awad, alla 54ª edizione dell’Eurovision Song Contest in programma a Mosca, con la canzone – interpretata in inglese, ebraico e arabo – There Must Be Another Way, superando la semifinale e classificandosi al 16º posto. Il 5 giugno dello stesso anno è madrina della Costa Pacifica a Genova, mentre l’11 agosto è protagonista, insieme a Mira Awad, della “Notte di Stelle e di Pace” al Santuario di San Francesco di Paola, dove riceve il premio di Fatti di Musica, rassegna del miglior live d’autore diretta da Ruggero Pegna.
Nel 2011 pubblica l’album Noapolis, in cui la cantante riprende alcuni tra i più bei brani della canzone classica napoletana, fra cui Santa Lucia Luntana e I’ te vurria vasa’, presentate in anteprima a Napoli il 6 dicembre 2010.
L’8 marzo 2011, in avvio del nuovo tour, la cantante viene nuovamente premiata da Fatti di Musica con il “Riccio d’Argento” a Catanzaro, con la seguente motivaizone: “A Noa, donna e artista dal fortissimo impegno sociale e civile, per la promozione mondiale del patrimonio musicale italiano attraverso il nuovo album Noapolis e l’attenzione da sempre rivolta alla musica e alla cultura del nostro Paese.”
Nel 2012 ritorna al Festival di Sanremo duettando con Eugenio Finardi nel corso della serata intitolata “W l’Italia nel mondo”: Noa si esibisce in Torna a Surriento e Beautiful That Way, quest’ultima già proposta in qualità di ospite internazionale al Sanremo del 2000.

Attualità
Nel 2014, dopo quattro anni di lavorazione al fianco di Gil Dor, da sempre suo chitarrista e direttore musicale, Noa ritorna con un nuovo album intitolato Love Medicine, al quale partecipano anche grandi jazzisti tra cui Pat Metheny, altro suo storico collaboratore nonché produttore anche del suo primo lavoro nel 1994, che per l’occasione compone il brano Eternity in beauty. Scrivono anche Joaquín Sabina (You-tù) e Gilberto Gil (Shalom a paz). Fra gli altri brani che compongono il disco, anche Little star, in cui Noa tocca per la prima volta l’argomento della Shoah e due cover come Eternal Flame delle Bangles, e Happy song di Bobby McFerrin.

Joaquín Sabina è anche guest star di alcune date del tour europeo di Noa, intrapreso in estate con oltre 15 date solo in Italia.

Il 24 luglio 2014, Pompeo Benincasa, storico agente della cantante dal 1992, rilascia un comunicato stampa denunciando «l’inizio di un ostracismo in Italia che segue quello che Noa subisce da diversi anni in Israele, testimoniato anche dall’assenza totale di concerti di Noa nella sua terra a dispetto della sua fama internazionale e delle sue doti artistiche…»[2] e lamentando la cancellazione del concerto fissato per il 27 ottobre 2014 al Teatro Manzoni di Milano, da parte dell’associazione Adei-Wizo-Donne Ebree d’Italia, in seguito alle recenti dichiarazioni di Noa in favore di una risoluzione del sanguinoso conflitto tra Israele e Palestina, nelle quali l’artista ha affermato di non condividere affatto l’operato di Netanyahu: «Il premier israeliano non sta lavorando per la pace. Dobbiamo cambiare le cose. Prego perché possiamo avere un governo nuovo che desidera la pace e spero che, se questo avverrà, in quel momento anche i palestinesi abbiano le stesse intenzioni mettendo fine così a quel triste tango che tiene in bilico la mia terra tra speranza e delusione…».

Due giorni prima, in una lettera aperta pubblicata sul suo blog, la cantante esprime tutto il suo sgomento riguardo alla difficilissima fase del conflitto attualmente in corso, attaccando «i sermoni dei rabbini Ginsburg e Lior, che parlano della morte romantica e dell’omicidio nel nome di Dio» nonché «le incredibili parole di razzismo scritte da alcuni miei connazionali, le urla di gioia quando i bambini palestinesi vengono uccisi, il disprezzo per la vita umana. (…) Il fatto che abbiamo la stessa fede religiosa e lo stesso passaporto per me non vuol dire nulla. Io non ho niente a che fare con certa gente. Allo stesso modo, anche gli estremisti dell’altra parte sono miei acerrimi nemici. Ma la loro ira non è soltanto diretta verso di me, ma anche verso i moderati della loro stessa società; il che fa di noi fratelli in armi! Proprio come esorto gli Arabi moderati, ovunque essi siano, a fare tutto ciò che è in loro potere per respingere l’estremismo, non ho alcuna intenzione di chiudere gli occhi dinanzi alle responsabilità nostre per il fallimento in atto…».La cantante ha poi continuato a criticare duramente la leadership di Netanyahu, accusandolo di aver fatto «ogni cosa in suo potere per reprimere ogni intervento di riconciliazione. Ha indebolito ed insultato Abu Mazen, leader della più moderata OLP, che ha più volte ribadito di essere interessato alla pace. Quando Abu Mazen ha fatto quelle dichiarazioni sull’olocausto, chiamandolo la più immane tragedia nella storia umana, lo hanno deriso e liquidato senza dargli peso. Non hanno rispettato gli accordi che essi stessi hanno firmato», e concludendo con un ennesimo appello alla riappacificazione: «Se ci rifiutiamo di riconoscere i diritti di entrambe le parti e di farci carico dei nostri obblighi, se ciascuno di noi rimane aggrappato alla propria versione, con disprezzo e sprezzo di quella dell’altro, se continuiamo a preferire le spade alle parole, se santifichiamo la terra e non le vite dei nostri figli, saremo presto tutti costretti a cercare una colonia sulla Luna, perché la nostra terra sarà così zuppa di sangue e così intasata di lapidi che non vi resterà più niente per vivere»

Nel 1988 registra l’album Michel Camilo, che lo lancia ai vertici delle classifiche dei migliori album jazz per 10 settimane consecutive. Oltre ad essere un eccezionale esecutore, Camilo è anche un compositore di talento ed ha scritto diverse colonne sonore per molti film in lingua spagnola. Inoltre la sua attività concertistica è molto ampia. Tra i vari riconoscimenti ricevuti non si possono che nominare le vincite di un Grammy e di un Emmy; in più la sua collaborazione con il chitarrista flamenco Tomatito lo porta nel 2000 a vincere il Grammy nella sezione Best Latin Jazz Album. Vanno anche ricordate le diverse lauree honoris causa ricevute nel corso della sua carriera.

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